17 maggio: la giornata mondiale contro l'omotransfobia, ma perchè?
Il Ddl Zan è il simbolo di queste lotte e non limita la libertà di espressione.
Oggi, 17 maggio, si celebra la giornata mondiale contro l'omotransfobia. Perché questa data? Ebbene è stata scelta perché è l'anniversario della decisione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si rimuovere l'omossesualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione internazionale delle Malattie; decisione, che risale al 17 maggio 1990, ed ha portato, solo nel 2004, a festeggiare per la prima volta la giornata mondiale contro l'omotransfobia ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l'homophobie (Presses Universitaires De France 2003).
Dalla decisione ci vollero ancora quattro anni affinché divenisse operativa, con la successiva edizione del Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders), approvato nel 1994. L'Unione Europea ha istituito la Giornata Mondiale contro l'omofobia con la risoluzione 26 aprile 2007 contro l'omofobia. In particolare, il testo della risoluzione, a partire dall'articolo 4,
- indice il 17 maggio di ogni anno quale Giornata internazionale contro l'omofobia;
- sollecita la Commissione ad accelerare la verifica della messa in atto delle direttive antidiscriminazione e a istituire procedimenti contro gli Stati membri in caso di violazione dei loro obblighi a norma del diritto comunitario;
- ricorda a tutti gli Stati membri che, secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, il diritto alla libertà di riunione può essere esercitato anche quando le opinioni di coloro che esercitano tale diritto sfidano le opinioni della maggioranza e che di conseguenza la proibizione discriminatoria delle marce dell'orgoglio e il fatto di non fornire adeguata protezione a quanti vi partecipano contravvengono ai principi tutelati dalla CEDU;
- invita tutte le autorità competenti, tra cui quelle locali, ad autorizzare le marce e a proteggere adeguatamente i partecipanti;
- condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli;
- ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell'Unione europea senza discriminazioni".
Nel 2009 la campagna ha aggiunto alla definizione della Giornata Mondiale quella della transfobia, per combattere gli atti di violenza contro le persone transgender. Il nome ufficiale diventa "Giornata Internazionale contro l'omofobia e la transfobia" (International Day Against Homophobia and Transphobia). Nel 2015 viene aggiunta anche la bifobia, ovvero l'avversione verso la bisessualità e i bisessuali come gruppo sociale o come individui. Il nome ufficiale e definitivo diventa quindi "Giornata Internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia".
Ed Oggi, per festeggiarla, le testate de La Repubblica, La Stampa e L’Espresso si colorano di arcobaleno, simbolo del movimento lgbt.
Il 2021 è l'anno in cui, secondo Ilga Europe (associazione internazionale per i diritti LGBT presente all'ONU), l'Italia scende al 35° posto della classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell'uguaglianza delle persone LGBT+ (lesbiche, gay, bisex e trans). Tale dato è confermato da quanto rilevato dal servizio di Gay Help Line 800 713 713 (gayhelpline.it), contact center contro omofobia e transfobia, che riceve più di 50 contatti al giorno (tra linea e chat) oltre 20.000 l'anno, da parte di persone colpite da discriminazione, odio e violenza in quanto lesbiche, gay bisex e trans.
La Giornata mondiale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia arriva mentre in Italia si discute del Ddl Zan. La legge, firmata tra gli altri dal parlamentare Pd Alessandro Zan, introduce delle modifiche all'articolo 604 bis del codice penale che disciplina il reato di "Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa". L'articolo 604-bis punisce con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro "chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi"; e con "la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". Con il ddl Zan rientrebbero tra i motivi di discriminazione anche le idee fondate "sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità".
Le stesse modifiche sono apportate all'articolo 604-ter del codice penale che definisce le circostanze aggravanti "per i reati punibili con pena diversa da quella dell'ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso" oppure "al fine di agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità". In questo caso l'articolo 604-ter specifica che la pena è aumentata "fino alla metà". L'articolo 5 del ddl Zan prevede modifiche anche alla legge n. 122 26 aprile 1993, la così detta legge Mancino, che punisce con il carcere l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o di nazionalità e vieta inoltre la formazione di ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia come scopo l'incitamento alla violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Anche in questo caso il ddl Zan introduce anche le forme di discriminazione fondate "sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità".
Diverse le manifestazioni in tutta Italia pro ddl Zan, nello slogam e campagna social #NonUnPassoIndietro. Due su tutte si è tenuta a Roma il 15 di questo mese a Piazza del Popolo, con la presenza dello stesso On. Zan, la manifestazione capitanata dalle KarmaB già ospiti a Radio Mia in occasione del Palermo Pride 2020 e ieri (16 maggio) a Palermo in Piazza Verdi con gli interventi di esponenti politici del PD nonché di associazioni LGBT+ dall’Arcigay Palermo, all’Agedo, Famiglie Arcobaleno ed Amnesty International; alla quale ovviamente non siamo mancati.
La legge Zan non limiterà la libertà di espressione, approvata dalla già Camera, specifica all'articolo 4 che "sono fatte salve", cioè non sono punibili, "la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti".
In altre parole il ddl estende il reato di discriminazione anche ai reati di violenza basati sul sesso, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, ma non intacca la libertà di espressione com'è stato spesso raccontato. A meno che con le parole non si travalichi il confine della discriminazione e della violenza. Infine con la nuova legge verrebbe istituita una giornata Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, da celebrare il 17 maggio.
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