Borat 2, resoconto sulla banalità del male
Borat, il personaggio iconico di Sacha Baron Cohen, è tornato a scioccare con l’uscita del film poco prima delle elezioni Americane per esporre il lato marcio degli Stati Uniti.
Dopo il Borat del 2006, in cui Sacha Baron Cohen gira l’America per produrre Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, era difficile immaginare un sequel che andasse oltre. Ma è stato eletto Donald Trump e questo ha aggravato la stupidità di una società sull’orlo del baratro materiale e umano; una società nutrita a misoginia, orgoglio bianco, nazionalismo, complottismo e (ciliegina sulla torta) pandemia.
“Film cinematografico successivo a Borat: consegna di tangenti prodigiose al regime americano per far trarre vantaggio alla – una volta gloriosa – nazione del Kazakistan”, questo il titolo completo della pellicola. Anche nel film sono passati 14 anni da quando Borat visita gli Stati Uniti per la prima volta, ridicolizzando il Kazakistan e finendo per questo ai lavori forzati.
Fonte: Eco Internazionale
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