Ma quale leggenda: il fantasma del Teatro Massimo sono i rivoltosi palermitani
Cosa c’è di più potente e dissacrante di una donna di chiesa strappata dal proprio sepolcro? La leggenda del “fantasma del Teatro Massimo” racconta antichi rancori.
All’indomani dell’Unità d’Italia, in una Palermo un po’ monarchica e un po’ repubblicana, bisognava «provvedere alla mancanza di un teatro che stesse in rapporto alla cresciuta civiltà ed a’ bisogni della popolazione». E in nome di quella maggiore civiltà acquisita con l’annessione al Regno italico, si demolì una vasta area del centro cittadino, a costo di far arrabbiare qualche suora, o peggio, qualche spirito inquieto disturbato nel proprio sonno eterno. Il fantasma del Teatro Massimo, secondo una leggenda palermitana, aleggia ancora tra le scalinate e le quinte del terzo teatro più grande d’Europa. Ma, forse, c’è molto più di uno spettro iracondo in questa storia.
Siamo nel 1859 e si stanno avviando le prime valutazioni urbanistiche per la costruzione di uno dei teatri che sarebbe entrato di diritto fra i più grandi d’Europa, il ‘Teatro Massimo Vittorio Emanuele’, noto appunto come Teatro Massimo, ennesimo appellativo diminuito o modificato, come è costume presso i palermitani.
Fonte: Eco Internazionale